Ideato verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso, il Sentiero della Pace è un tracciato di 521 chilometri che interessa gran parte del Trentino, lungo quello che fu il fronte austro-italiano della prima guerra mondiale.

Superando vari dislivelli si snoda, seguendo sentieri, strade forestali, trincee e camminamenti, dal Passo del Tonale alla Marmolada.

Sull’Alpe Cimbra, cioè sugli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna, si sviluppa dal monte Maggio (Folgaria – 1853 m) fin sull’altopiano di Luserna, toccando i sette Forti austro-ungarici che presidiano ancora la zona e vari luoghi di interesse come il Comando di Virti, la stazione di collegamento ottico di Monte Rust, il museo fortezza di Forte Belvedere Gschwent (Lavarone) e il cimitero militare di Costalta (Luserna).

L’Alpe Cimbra, eredità di antichi coloni tedeschi

105 kmq di territorio alpestre, tra i fiumi Adige e Brenta, tra i 1000 e i 2000 m di quota, a soli 20 km dalle città di Trento e Rovereto, questa è l’«Alpe Cimbra» di Folgaria, Lavarone e Luserna. Ma perché Alpe Cimbra?

Perché questo pezzo di Trentino ha una storia tutta sua, che si rifà al X – XIII allorché quest’area, assieme ai Sette Comuni Vicentini e ai Tredici Comuni della Lessinia Veronese furono interessati da una progressiva colonizzazione di genti di lingua e cultura tedesche. Una presenza che nel corso del tempo si consolidò e si estese, al punto che nel XVIII secolo tutta l’area era «tedeschizzata».

A partire dal XVI secolo prese però avvio il lento ma progressivo fenomeno dell’italianizzazione, favorito dalla dominazione veneziana e dagli sempre più estesi contatti e scambi commerciali con l’area veneta. Al punto che di quella lontana cultura oggi rimangono poche testimonianze: i cognomi, i toponimi, taluni tratti architettonici e – testimonianza eccezionale dell’intero arco alpino – la minoranza etnico-linguistica di Luserna dove ancora oggi il cimbro è correntemente parlato dai suoi abitanti.

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