Il Castello di Melfi è uno dei castelli Medievali più importanti del Sud Italia, la sua costruzione risale infatti al XI Secolo, al periodo Normanno di dominazione dell’intera valle del Vulture Melfese.

Sorge su una collina e domina il moderno centro abitato di Melfi.

Il Castello sorgeva in una posizione strategica tra la Campania e la Puglia, dall’alto di una collina di origina vulcanica, la fortezza difendeva la città un tempo capitale della Contea di Puglia. Di rilevanza storica furono 5 concili ecumenici che tra il 1059 e il 1137 viderò 5 pontefici soggiornare a Melfi all’intero della fortezza.

Con il Concilio di Melfi furono riconosciuti a Roberto il Guiscardo, grande condottiero Normanno i territori conquistati tra Benevento, Melfi e Foggia, il Castello era quindi il centro politico da cui si governava un vasto territorio.

Dal 1230, dopo la discesa degli Svevi e il potere territoriale di Federico II, Melfi continuò il suo florido periodo, da Melfi vennero promulgate le leggi che governavano il Regno di Sicilia e il Castello divenne una fortezza dove venivano depositate le tasse riscosse e detenuti diversi oppositori come vescovi e cardinali tedeschi e francesi.

Oltre all’importanza storica, il Castello di Melfi è importante per la sua valenza architettonica. Costruito infatti con 4 ingressi e 10 torri, nel periodo Angioino il castello subì molti restauri ed ampliamenti.

Nel 1284 fu la residenza ufficiale di Maria d’Ungheria, moglie del Re di Napoli Carlo II d’Angiò, passato poi agli Aragonesi, divenne infine proprietà dei Doria, originari di Genova, una delle famiglie più importanti della storia d’Italia, Principi di Melfi, di Angri e di Tursi, che aveva diversi possedimenti a Melfi, in Basilicata e in tutto il sud Italia.

La fortezza ha subito senza alcun danno 2 violenti terremoti e i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Dal 1976 è sede del Museo Archeologico Nazionale del Melfese

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