Spaccanapoli è una delle strade più caratteristiche di Napoli, così denominata perché “taglia”
letteralmente in due, in un segmento preciso, la città partenopea.
Spaccanapoli è suddivisa in tre zone: Via Pasquale Scura (che inizia dai Quartieri Spagnoli), una
parte centrale (che comprende il cuore del centro storico di Napoli come piazza del Gesù Nuovo e
San Domenico Maggiore) e l’ultima zona che comprende una parte del quartiere Forcella.
La suddetta strada è caratterizzata da negozi tipici che vendono prodotti locali ed è composta dagli
storici “vicoli stretti” di Napoli.
Spaccanapoli è ricca sia di monumenti che di chiese.
La Basilica di Santa Chiara (conosciuta anche come Monastero di Santa Chiara) è una delle chiese
più famose al mondo. Fu costruita tra il 1310 e il 1340. La facciata è preceduta da un pronao a tre
arcate ogivali, mentre il portale è costituito da marmi rossi e gialli. L’interno è molto vasto ed è in
stile gotico con richiami frequenti al barocco napoletano. Vi è custodito il sepolcro di Roberto
D’Angiò, opera degli scultori fiorentini Giovanni e Pacio Bertini. Sulla controfacciata troviamo il
sepolcro di Antonio Penna ed il sepolcro di Agnese e Clemenza Durazzo.
La chiesa è composta da varie cappelle. In una di queste cappelle vengono custoditi i resti di 21 membri della famigliaBorbone. Non mancano arredi sacri caratteristici e dipinti di scuola napoletana e fiorentina.
Una curiosità: al Monastero è dedicata la famosissima canzone napoletana “Munastero ‘e Santa
Chiara” scritta dopo che i bombardamenti del 1943 avevano distrutto gran parte dell’edificio
religioso.
Il Palazzo Petrucci, situato in Piazza San Domenico Maggiore, risale al Quattrocento e fu voluto
da Domenico Petrucci, segretario di Ferrante d’Aragona. Lo stile medievale del Palazzo ha fatto
posto allo stile barocco a causa delle ristrutturazione nel corso dei secoli che hanno interessato la
facciata.