Luserna (Lusérn) è una piccola comunità alpestre quasi sperduta sull’ampio territorio montano che nel Trentino sud-orientale si estende tra i fiumi Adige e Brenta.

Assieme ai più estesi comuni di Folgaria e Lavarone fa parte dell’ «Alpe Cimbra».

È una minoranza linguistica, qui si parla ancora il cimbro, un antico dialetto tedesco, ma ciò che rende nota Luserna è anche il fatto che fu il primo paese del fronte austro-italiano che allo scoppio della Grande Guerra fu preso di mira dalle artiglierie italiane. Fu distrutta la chiesa e furono gravemente ferite due donne, una era una ragazza di 16 anni che poi morì all’ospedale di Trento.

Il programma dei Dieci giorni del Centenario si aprirà, domenica 24 maggio, con una cerimonia commemorativa nella piazza del piccolo paese e con una bellissima passeggiata lungo il percorso Dalle storie alla storia, percorso accompagnato da un esperto che tra boschi di abeti e pascoli conduce al Forte Lusérn e al rifugio Malga Campo.

Info nella sezione eventi/10 giorni del Centenario su: www.alpecimbra.it

Un paese in prima linea

Luserna è ancora oggi un paese di confine. Ma è un confine amministrativo, confina con la provincia di Vicenza e la regione Veneto, prima dello scoppio del grande era invece un confine politico, un confine nazionale.

L’Italia, il Regno d’Italia, stava lì, a poche centinaia di metri. Bastava affacciarsi dalla piazza che domina la profonda vallata dell’Astico per gettare uno sguardo su un paese allora amico, ma che a breve sarebbe diventato un paese nemico. E non fu uno scherzo.

La mattina del 25 maggio 1915 era una mattina piovosa e una nebbia greve copriva la valle. E in quel silenzio irreale arrivarono le granate italiane, sparate dal Forte di Campomolon, situato oltre la valle.

Probabilmente erano indirizzate al soprastante Forte Lusérn e il tiro doveva essere ancora aggiustato, fatto è che caddero nella piazza del paese e provocarono un disastro e forse la prima vittima civile del fronte italiano.

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