Il Broletto di Novara è un complesso di quattro edifici del centro cittadino.

Compone un importante opera architettonica costruita in epoche diverse con diversi stili architettonici.

Gli edifici sono il Palazzo Arengario, il Palazzo del Podestà, il Palazzetto dei Paratici e il Palazzo della Refenderia.

Questi quattro edifici caratterizzavano la vita pubblica della città di Novara, come per altre città lombarde, infatti il Broletto rappresentava un area centrale della città dove si svolgevano le assemblee cittadine e si amministrava la giustizia.

In ognuno dei 4 edifici, venivano infatti svolte precise mansioni.

Nella Sala Arengaria venivano eletti i consoli della città, il cortile ospitava invece i mercati, in città si commerciavano infatti legumi, grani e biada.Nel periodo Napoleonico in questi palazzi vennero spostati numerosi uffici per gestire le diverse attività della città, uffici che in seguito ospitarono la Pretura e le Corti di Giustizia Civile e Criminale.

A livello architettonico il Palazzo Argentario si contraddistingue per l’architettura medievale, il Palazzo del Podestà è invece l’edificio più suggestivo con le finestre ad arco e le preziose cornici di terracotta.

Il Palazzetto dei Paratici è l’edificio più antico, risalente al XII Secolo è caratterizzato da uno stile barocco, mentre il Palazzo della Refenderia, l’ultimo di recente restauro, risalente al XIV Secolo custodisce preziosi uffici sin da 1600. Nel corso degli anni, dal 1500 sino al 1800, numerosi architetti si sono avvicendati nei lavori di restauro del Broletto, andando in parte a snaturare le caratteristiche originali degli edifici.

L’ultima campagna di restauri, in ordine di tempo, inizio nel 1926 e vide partecipare importanti esponenti della cultura del tempo tra cui Alessandro Viglio, l’ingegnere Giuseppe Bronzini e l’architetto Giovanni Lazanio.

Oggi il Broletto di Novara ospita la Galleria d’Arte Moderna dove si possono ammirare oltre 800 opere di pittori italiani degli ultimi 2 secoli, la Galleria è stata riaperta al pubblico in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia.

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