La Fontana del Nettuno, una tra le più belle del Cinquecento è collocata al centro della piazza del Nettuno a Bologna.
I Bolognesi la chiamano “Statua del Gigante”, in effetti, la statua in bronzo del dio marino è colossale, è alta 3,20 metri e pesa 22 quintali.
La fontana fu voluta dal Cardinale Legato di Bologna Carlo Borromeo, con l’aiuto del vescovo Pier Donato Celsi, allo scopo di risistemare e ridare lustro a Piazza Maggiore e a Bologna; inoltre la fontana avrebbe dovuto essere il simbolo del papa neo eletto e zio materno di Borromeo, Pio IV.
La fontana di Nettuno, ispirata a quella omonima situata a Firenze in Piazza della Signoria, rappresenta il dio del mare nell’atto di placare le acque. Intorno al piedistallo sono collocate diverse statue bronzee che rappresentano molti personaggi, sirene, delfini, divinità ed esseri mostruosi, ripartiti tra le conche semicircolari e gli stemmi araldici delle autorità pontificie, tutte predisposte per l’emissione dell’acqua.
L’opera complessiva venne commissionata nel 1563 dall’architetto e pittore palermitano Tommaso Laureti, che ne realizzò il basamento. La statua in bronzo del dio Nettuno invece è opera dello scultore fiammingo Jean de Boulogne da Douai, conosciuto poi come il Giambologna. Fra i disegni presentati per la statua, Tommaso Laureti scelse quello dello scultore fiammingo, che all’epoca lavorava presso i Medici a Firenze. Per la somma di mille scudi d’oro, il Giambologna accettò di realizzare le parti scultoree della fontana.
Nell’ agosto del 1565 la fontana fu finita e si incominciò a darle acqua. L’alimentazione idrica della fontana avvenne con la costruzione dell’opera di captazione da una cisterna sotterranea con apprezzabili ornamenti rinascimentali e fu consolidata ristrutturando l’antica fonte Remonda, (collocata sotto il convento di San Michele in Bosco e ancora funzionante) e convogliando le sue acque verso la piazza.
Per costruire la fontana di Nettuno ed assicurarle una postazione degna e visibile a tutti, il 21 gennaio 1565 fu emanato un decreto e il 5 maggio 1565 una intimazione che imponeva l’abbattimento di un vicino isolato e la ripartizione delle spese tra le case e le botteghe vicine.
Due bandi, uno del 17 giugno 1602 ed uno del 3 ottobre 1605, proibirono ai venditori di esporre attorno alla fontana panni e altre merci che ne impedissero la vista e vietarono gli usi impropri della fontana. Per proteggere la costruzione, infatti, nel 1604 fu eretta una cancellata e furono poste ai lati della fontana quattro vasche in marmo con maschera in bronzo, da cui scaturiva l’ acqua per i bisogni del popolo.