Nel cuore delle Marche, tra il monte Pietralata ed il monte Paganuccio, sorge la bellissima gola del Furlo, una vera meraviglia della natura ed uno spettacolo per gli occhi.
La gola è nata in seguito all’azione erosiva e secolare del fiume Candigliano, a cavallo tra i comuni di Fermignano ed Acqualagna nella provincia di Pesaro-Urbino.
Per interrompere l’azione del fiume che continuava a scavare la gola, fu eretta nel 1922 una diga che ha contenuto lo scorrere impetuoso del corso d’acqua trasformandolo in un calmo e magnifico lago.
La gola del Furlo: un po’ di storia
I primi ad attraversare la gola del Furlo furono probabilmente gli Etruschi, nonostante le evidenti asperità geologiche della zona. I Romani, per rendere più percorribile la zona, realizzarono la via Flaminia e soprattutto una grande galleria per volere dell’imperatore Vespasiano. Al di sopra della galleria, ancora in funzione, c’è una scritta in latino tutt’oggi visibile che attribuisce il merito della costruzione dell’opera proprio a Vespasiano, il quale è riuscito ad inviare un messaggio che è giunto fino ai giorni nostri.
La gola del Furlo: un paradiso per gli amanti del trekking
La gola del Furlo, con i suoi sentieri immersi nel verde e la lussureggiante vegetazione che si specchia nel magnifico lago, è un vero paradiso per gli amanti del trekking o semplicemente per chi vuole vivere una giornata all’aria aperta.
Ci sono diversi itinerari che si inerpicano intorno al canyon, quindi è consigliabile dotarsi di una mappa per scegliere quelli più indicati in base alla propria preparazione fisica. Per proteggere il territorio, che si estende per circa 3.907 ettari, nel 2001 è stata istituita la Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo. A spasso tra boschi, alberi, acque limpide e pareti rocciose è possibile lasciarsi andare ad un abbraccio incontaminato con la natura dove ammirare le diverse specie animali che popolano la zona.
Il punto di partenza è il Centro visite della Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo, poi l’itinerario si snoda lunga l’area del Candigliano per poi dirigersi verso la zona interna della gola tramite la via Flaminia.
Cosa vedere durante il percorso lungo la gola del Furlo
In prossimità della gola del Furlo, al di là delle magnificenze offerte dalla natura, ci sono tante altre attrattive turistiche che meritano sicuramente una visita. Non lontano dalla gola c’è l’Abbazia di San Vincenzo di Petra Pelusa, una costruzione di origine benedettina che risale al X secolo. Il monastero viveva proprio delle offerte dei donatori che transitavano presso la gola del Furlo.
L’azione del fiume Candigliano ha favorito la creazione di numerose cavità, tra cui la Grotta del Grano. Questo passo era spesso battuto dai pastori durante l’attività di transumanza ed era abitato già ai tempi della preistoria, essendo facilmente difendibile ed in prossimità di corsi d’acqua.
La grotta fu scoperta solo nell’800 durante alcuni lavori ed il nome deriva proprio dal ritrovamento di una ricca provvista di grano ed altri cereali carbonizzati.
Immerso nella riserva naturale della gola del Furlo su uno sperone di roccia quasi inaccessibile, si erge il castello di Pietralata, anche se oggi sono visibili ben poche cose come le mure di cinta, le rovine del complesso centrale del mastio, una piccola chiesetta ancora consacrata ed una casa canonica.
Il profilo di Mussolini
Mussolini era solito attraversare la gola durante i suoi spostamenti tra il nord Italia e Roma e soggiornare in un albergo del posto.
La Guardia Forestale locale negli anni ’30, per omaggiare il duce, scavò alle pendici del monte Pietralata tramite un’opera di scavi e muretti il profilo di Mussolini. I partigiani distrussero con le mine il profilo, di cui oggi è visibile solo una parte.