La Pianura Padana: la più grande pianura italiana e dell’Europa settentrionale.
La Pianura Padana o Val Padana è una vasta pianura di tipo alluvionale dell’Italia Settentrionale creata dall’azione del fiume Po, il fiume più lungo d’Italia.
La Pianura Padana si estende lungo le regioni appartenenti al bacino idrografico del fiume Po: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Questa area è delimitata dalle Alpi e dalle Prealpi a Nord e a Ovest, dall’Appennino a Sud e dal Mare Adriatico a Est.
La Pianura veneto-friulana
L’estrema propaggine nord-orientale della pianura viene denominata come Pianura veneto-friulana: viene fatta iniziare a ovest da alcuni studiosi dai Colli Euganei, dai Monti Berici e dai Monti Lessini a est, da altri invece il corso del fiume Adige (secondo fiume italiano per lunghezza dopo il fiume Po) ne costituisce la divisione con la Pianura Padana.
La parte più meridionale della Pianura veneto-friulana è denominata anche “Bassa friulana” ed è segnata dalla presenza di una fittissima rete idrica di fiumi come il Livenza, il Meduna, il Lemene, il Tagliamento, lo Stella, il Torsa, l’Ausa, l’Isonzo e il Timavo.
Tutti questi fiumi hanno reso la zona molto fertile e hanno dato vita alla laguna di Marano Lagunare e alla laguna di Grado, importantissime zone dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Qui troviamo riserve naturali come la Riserva naturale della Foce dell’Isonzo e la Riserva naturale delle Foci dello Stella.
Da dove deriva il termine “Pianura padana”?
Il termine “Pianura Padana” deriva proprio dal fiume Po: “padano” deriva da “padus” che, a sua volta, deriva da “Padus“, cioè il nome del Po. Già nel 1903 in un articolo della Società Geografica Italiana compariva il termine “Padania”, termine che deriva direttamente da “padus”.
Divisione zonale della Pianura Padana
La Pianura Padana si può dividere in tre diverse zone:
- Alta Pianura Padana, che si estende ai piedi delle Alpi e del pedemonte degli Appennini, con un suolo permeabile, composto da ghiaia e sabbia che non trattiene in superfice l’acqua;
- Zona delle risorgive: l’acqua non trattenuta nella zona dell’Alta Pianura Padana incontra uno strato permeabile (a decine di metri di profondità) fino a tornare in superficie, dando luogo a zone umide e risorgive;
- Bassa Pianura Padana il cui suolo è composto da materiali più fini, argillosi, impermeabili che danno luogo a zone umide come paludi e acquitrini ;
Zone della Pianura Padana
E’ importante comprendere che i termini “alta” e “bassa” non si riferiscono alla latitudine delle zone considerate ma bensì alla loro altitudine.
Il clima della Val Padana
Dal punto di vista climatico la Pianura Padana risente molto della sua forma a “conca“, delimitata dai massicci montuosi delle Alpi. Questa forma fa si che si formi un fortissimo ristagno d’aria, che provoca estati molto afose e inverni rigidi, con spesso la presenza di fitti banchi di nebbia.
La forte presenza antropica e la presenza di tante attività industriali, unite al ristagno d’aria, fanno si, purtroppo, che spesso si formino vasti ristagni di “aria inquinata” che permangono su tutta la Pianura Padana.
Economia in Val Padana
Grazie alla estensione e alla superfice pianeggiante è stato facile realizzare, nel tempo, una valida ed efficiente rete autostradale e ferroviaria che collega non solo le principali città della Val Padana (Torino, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Padova..) con le altre città italiane ma anche con i mercati esteri. Possiamo inoltre individuare ancora lo triangolo industriale formato da Torino-Milano-Genova, contrassegnato dalle industrie siderurgiche e metalmeccaniche. Successivamente a questo sono nati altri “triangoli industriali”, come quello Venezia-Padova-Treviso e Milano-Bologna-Treviso.
Oltre alla presenza di un gran numero di industrie di vario tipo l’agricoltura, fortemente meccanizzata, ha sempre costituito una importante voce economica della pianura padana.
Coltivazioni di mais, grano e barbabietola da zucchero, riso e foraggio costituiscono le colture più diffuse. Alle coltivazioni e alla conseguente abbondanza di foraggio è legata anche una fiorente industria zootecnica, con allevamenti di bovini e suini.