Del periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, San Gimignano custodisce le sue tante torri.
Originariamente, ogni famiglia benestante della città aveva costruito una torre, gli storici hanno confermato la presenza di ben 72 torri, 14 delle quali sono resistite sin ad oggi.
Le torri più famose di San Gimignano sono le 2 torri gemelle dei Salvucci, la famiglia Ghibellina più importante di San Gimignano erette in piazza del Duomo. Si narra che i Salvucci erano impegnati nel commercio e nell’usura, da qui l’imponenza delle due torri che dovevano simboleggiare a tutti la forza e la potenza della famiglia. Quando furono costruite superavano i 51 metri di altezza, erano quindi più alte della Torre dell’Orologio, la Torre Rognosa del Podestà la più antica della città.
Nel 1255 una legge vietò a tutti di superare tale altezza e cosi le due torri dei Salvucci furono abbassate di qualche metro. I Salvucci erano acerrimi rivali degli Ardinghelli, famiglia di Guelfi che aveva anch’essa due torri gemelle dal lato opposto a quelle dei Salvucci. Diverse sono le storie che incrociano la leggenda nelle torri di San Gimignano e sono legate alle famiglie più importanti dell’epoca medievale, i Becci, i Campatelli, i Ghigi, i Ficarelli e i Pettini.
Tra le curiosità che riguardano le torri c’è da segnalare non solo le dimensioni ma anche la posizione in cui venivano edificate. Come per la rivalità tra Salvucci e Andrighelli, anche le altre famiglie facevano costruire le torri per simboleggiare la contrapposizione con le altre, osservando la città nelle vicinanze dell’Arco dei Becci si può osservare con attenzione questa disposizione.
L’arco dei Becci era la porta della città che consentiva l’ingresso all’interno delle mura di cinta, qui sorgono tra le altre la Torre dei Cugnanesi e la Torre dei Becci.
Per completare un viaggio tra storia e leggenda, ci si deve soffermare ad ammirare la Torre del Diavolo in Piazza della Cisterna. La torre, di proprietà della famiglia Cortesi, si narra fu eretta dal Demonio e il proprietario la scoprì a sua insaputa al ritorno da un viaggio.